INTRODUZIONE 
 
 
Ci siamo abituati da lungo tempo a considerare “l’art de bâtir” delle civiltà del passato per compartimenti stagni: presso gli egizi, i greci, i romani e così via. Eppure nel mondo antico in ogni epoca vi è stata una comunicazione incessante tra i popoli, con scambi  di idee e di esperienze che viaggiavano insieme alle merci e ai soldati in guerra, come nel mondo moderno. Numerose formulazioni architettoniche sono trasmigrate da una regione all’altra, anche a grandi distanze, adattandosi ai contesti in cui venivano accolte e dando luogo a nuovi sviluppi.  Molte soluzioni sono poi connaturate ai materiali utilizzati ed è anche per questo motivo che si possono trovare sostanziali analogie fra manufatti provenienti da contesti molto lontani sia nello spazio che nel tempo. Penso pertanto che offrire una visione d’insieme dei vari fenomeni edilizi possa contribuire ad aprire la mente, stimolare il ragionamento, facilitare i confronti e la ricerca.  
Si può inoltre affermare che nel mondo antico — perlomeno nella vasta area da me indagata che va dalle isole britanniche alla Persia — si compie un’esperienza globale nel campo dell’edilizia. Sono presenti nei loro aspetti essenziali tutte le tecniche che saranno utilizzate nei millenni seguenti,  nel medioevo come nell’età moderna. L’architettura romana, anche se in maniera sporadica, conosce persino la pratica  del cemento armato. Quindi un libro con questa impostazione potrà costituire probabilmente una materia di studio e di riflessione non solo per gli archeologi, ma anche per gli studiosi di architettura postantica.  
Intendo subito chiarire che la mia lettura è legata in primo luogo agli aspetti strutturali e funzionali degli edifici. Troppo spesso nel mondo archeologico l’analisi dei fenomeni architettonici è stata viziata da un approccio formalistico, dove si considera ad esempio il modulo della cortina laterizia come  espressione di un’epoca storica oppure l’uso di elementi di rinforzo nella muratura come l’influsso culturale di un popolo amico, senza rendersi conto che il principale condizionamento in questi casi è forse determinato dalle caratteristiche dei materiali utilizzati oppure dal tipo di copertura che grava sulle pareti. Fra le principali preoccupazioni dei costruttori antichi c’è, come in ogni epoca, quella di realizzare una fabbrica solida, durevole e razionalmente fruibile; le soluzioni adottate dipendono in larga parte dai materiali da costruzione e la scelta di questi è dettata in genere dal rapporto costi-benefici più conveniente rispetto alle varie risorse disponibili. Ovviamente fra i benefici possono essere considerati  anche l’immagine di prestigio e i messaggi ideologici veicolati dai materiali, dagli apparati decorativi, dalla forma e dalle dimensioni dell’edificio.  
Nel libro sono descritte tutte le tecniche edilizie fondamentali attestate nel mondo antico, dalla preistoria al tardo impero romano. La trattazione è suddivisa in tre parti principali: la prima è dedicata agli edifici in legno e terra, in mattoni crudi e in laterizi, la seconda alle costruzioni in pietra, la terza all’opera cementizia romana. Queste ripartizioni trovano ulteriori specificazioni nei vari capitoli. Per grandi linee si segue pure un itinerario cronologico, dando conto delle trasformazioni che si registrano nell’ambito delle varie tecniche descritte.  
Il libro è rivolto agli studenti di archeologia e di storia dell’architettura, agli appassionati della materia, inoltre a colleghi e studiosi i quali troveranno in queste pagine, fra le altre cose, una copiosa e aggiornata bibliografia che spero possa costituire un utile strumento di lavoro. Quest’ultimo decennio ha prodotto una mole di ricerche in campo archeologico che ha ampliato enormemente il quadro delle conoscenze anche nell’ambito dell’edilizia; vi hanno concorso professionisti diversi dagli archeologici — in particolare ingegneri, architetti e geologi — fornendo preziosi contributi che hanno fatto maggiore chiarezza sul comportamento statico delle strutture antiche e di cui si darà conto nelle pagine seguenti.  
Tra gli strumenti che metto a disposizione c’è un indice analitico degli elementi architettonici — nel quale sono considerati anche i principali materiali da costruzione e gli strumenti di lavoro — con circa settecento voci che rimandano alle pagine e alle figure nel testo dove si troveranno le descrizioni e le definizioni dei singoli oggetti;  in questo modo il libro potrà funzionare anche come una sorta di dizionario enciclopedico illustrato dell’edilizia antica. Ci sono infine oltre seicentocinquanta illustrazioni: alcune sono immagini molto note e più volte edite, in ogni modo indispensabili per la descrizione di determinati manufatti; altre provengono da vecchi testi poco conosciuti e non facilmente reperibili; molte sono tratte da monografie e articoli scritti negli ultimi  anni. Una grande quantità di  fotografie viene infine da internet, in particolare da Wikimedia che si sta trasformando in una preziosissima banca dati di immagini digitali ad alta risoluzione grazie al generoso contributo di tanti appassionati 
 
 
 
 
Rassegna degli Strumenti Informatici per lo Studio dell'Antich