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SOMMARIO 
 
- Elenco degli articoli consultabili (in ordine alfabetico per autore) 
- Abstract e link agli articoli (in ordine alfabetico per autore) 
 
Tesi di laurea in Rilievo e analisi dei monumenti antichi e Diffusione del dato archeologico multimediale (Seconda Università degli Studi di Napoli) 
 
 
In questa pagina presento la versione integrale di articoli, in gran parte già editi o in corso di pubblicazione su riviste  cartacee, i quali sono il risultato di un lavoro di ricerca su alcuni monumenti architettonici dell'antichità basato essenzialmente sull'esperienza del rilievo. 
In un'altra sezione sono pubblicate le tesi di laurea degli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia della Seconda Università di Napoli nelle materie di Rilievo e analisi tecnica dei monumenti antichi e di Diffusione del dato archeologico multimediale, di cui sono stato relatore in questi ultimi sei anni. Un capitolo a parte  è dedicato alle tesi di laurea aventi per oggetto l’area archeologica di Minturnae, le quali sono state presentate il 1 aprile 2011 nel corso dell'VIII Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina. 
 
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Elenco degli articoli consultabili 
 
Il link su ciacun titolo rinvia al relativo abstract e al download del'articolo 
 
  
C.M. Amici, "L'uso del ferro nelle strutture romane", in Materiali e Strutture, 2-3, 1997, pp. 85-95 
 
C.M. Amici, "Dal progetto al monumento", in  C. Giavarini (a cura di), La Basilica di Massenzio. Il monumento, i materiali, le strutture, la stabilità, Roma 2005, pp. 21-74 
 
C.M. Amici, "Le tecniche di cantiere e il procedimento costruttivo", in  C. Giavarini (a cura di), La Basilica di Massenzio. Il monumento, i materiali, le strutture, la stabilità, Roma 2005, pp.125-160 
 
C.M. Amici, "The Basilica of Maxentius in Rome: Innovative Solutions in the Organization of Construction Process", in the Proceedings of the Second International Congress on Costruction History, Cambridge 2006, pp.167 ss
 
C.M. Amici, "Survey and Technical Analysis: a Must for Understanding Monuments", in BAR S1877, 2008, ARCHAIA: Case Studies on Research, Planning,Characterisation, Conservation and Management of Archaeological Sites,edited by Nicolò Marchetti and Ingolf Thuesen, pp.141 ss. 
 
C.M. Amici, "Selinunte, Tempio C: analisi tecnica per la ricostruzione", in Palladio 44, 2009, pp. 1-30 
 
A. Amoroso, M. Bianchini, F. Fraioli, F. Di Gennaro, M. Merlo,“Strutture semipogee nell'ager Fidenatis”, in Suburbium,2. Il suburbio di Roma dalla fine dell'età monarchica alla nascita del sistema delle ville (V - II secolo a.c.), Roma 2009, pp. 347-367      
 
G. R. Bellini, "Minturnae, porto del Mediterraneo", in Romula 6, 2007, pp. 7-28. 
 
G. R. Bellini, “Il teatro romano di Minturnae”, in Il teatro romano di Minturnae. Le stagioni di spettacoli dal 1960 al 2004, Marina di Minturno, 2005, pp. 102-105 
 
G.R. Bellini, F. Sposito,  “Minturnae (Minturno, LT). Studio dei rivestimenti pavimentali in un contesto urbano”, in C. Angelelli, C. Salvetti (a cura di), Atti del XV Colloquio dell'Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del. Mosaico (Aquileia, 4-7 febbraio 2009), Tivoli 2010 
                                                                                                                                                                                                                                                                                         
M. Bianchini, "I 'Mercati di Traiano'", in BA 8, 1991, pp. 102-121 
 
M. Bianchini, "Mercati Traianei. La destinazione d’uso", in  BA 16-18, 1992, pp. 145-163 
 
M. Bianchini, "Indagini nel tratto sud-est della via Biberatica. Modalità e cronologia  della costruzione del settore meridionale dei Mercati di Traiano", in AA.VV., I Mercati di Traiano alla luce dei recenti restauri e delle indagini archeologiche, Giornata di studio presso l’Istituto Archeologico Germanico di Roma (Roma, 15 marzo 2003), in BCom, CIV, 2003 (2005), pp. 235-268 
 
M. Bianchini, "La volta della Grande Aula", in L. Ungaro, M.P. Del Moro, M. Vitti (a cura di), I Mercati di Traiano restituiti. Studi e restauri 2005-2007, Roma 2010, pp. 45-58                                      
 
M. Bianchini, "La ricostruzione del Corpo Centrale", in L. Ungaro, M.P. Del Moro, M. Vitti (a cura di), I Mercati di Traiano restituiti. Studi e restauri 2005-2007, Roma 2010 pp. 59-76                    
                         
M. Bianchini, "Le sostruzioni del tempio di Apollo Sosiano e del portico adiacente",  in MEFRA Antiquité, 122-2, 2010, pp. 525-548. 
 
 
M. Bianchini, "Ricostruzione di un edificio in opus craticium di età arcaica dell'ager Fidenatis" (estratto dell'articolo di  A. Amoroso, M. Bianchini, F. Fraioli, F. Di Gennaro, M. Merlo,“Strutture semipogee nell'ager Fidenatis”, in Suburbium,2. Il suburbio di Roma dalla fine dell'età monarchica alla nascita del sistema delle ville (V - II secolo a.c.), Roma 2009, pp. 347-367 
 
M. Bianchini, M. Vitti, "La fronte della Grande Aula e il suo sistema scalare", in AA.VV., I Mercati di Traiano alla luce dei recenti restauri e delle indagini archeologiche, Giornata di studio presso l’Istituto Archeologico Germanico di Roma, (Roma, 15 maggio 2003), in BCom, CIV, 2003 (2005), pp. 285-306 
 
 
M. Bianchini, R. Cassano, "Le terme Ferrara", in R. Cassano (a cura di), Principi, Imperatori, Vescovi. Duemila anni di storia a Canosa, Venezia 1992, pp.730-3 
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M. Bianchini, F. Tiné Bertocchi,  "Le terme Lomuscio", in R. Cassano (a cura di), Principi, Imperatori, Vescovi. Duemila anni di storia a Canosa, Venezia 1992,  pp.736-740 
                                                                                                                                                              
G. Croci, A. Viskovc, A. Bozzetti, L. Ungaro, M. Vitti, "The Trajan Markets and their Great Hall – The conservation problems and the structural intervention for the improvement of the seismic safety", in D’Ayala & Fodde (a cura di), Structural Analysis of Historic Construction, London 2008, pp. 1445-53 
 
C.F. Giuliani, "'Mercati' e Foro di Traiano: un fatto di attribuzione", in QuadArchitettura, 1-10, 1983-87, pp. 25-28 
 
C.F. Giuliani, "Alcune osservazioni in margine all''anfiteatro campano", in Beni culturali in Terra di Lavoro. Prospettive di ricerca e metodi di valorizzazione, Atti del Convegno (Santa Maria Capua Vetere 9-10 dicembre 1998), Santa Maria Capua Vetere 1998, pp. 33-40 
 
C.F. Giuliani, "L'opus caementicium nell'edilizia romana", in Materiali e Strutture, 2-3, 1997, pp. 49-62 
 
C.F. Giuliani, "Provvedimenti antisismici mell'antichità", in JAT, 21, 2011, pp. 25-52 
 
M.G. Giuliano, "La valorizzazione dei beni culturali attraverso le nuove applicazioni informatiche. Un esempio di ricostruzione virtuale", in Per la conoscenza dei beni culturali. IV. Ricerche del dottorato in metodologie conoscitive per la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali. Seconda Università degli Studi di Napoli. Dipartimento di Studio delle componenti culturali del territorio, Santa Maria Capua Vetere 2012, pp. 151-160 
 
L.C.  Lancaster, "Building Trajan's Markets", in AJA, Vol.102, No. 2 (Apr. 1998), pp. 283-308 
 
L.C.  Lancaster, "Building Trajan's Column", in AJA, Vol. 103, No. 3 (Jul. 1999), pp. 419-439 
 
L.C. Lancaster, "Building Trajan's Markets 2: The Construction Process", in AJA, Vol.104, No. 4 (Oct.2000), pp. 755-785 
 
L.C. Lancaster, “Early examples of so-called pitched brick barrel vaulting in Roman Greece and Asia Minor. A question of origin and intention”, in Bautechnik im antiken und vorantiken Kleinasien. Internationale Konferenz (Istanbul, 13 - 16 Juni 2007), Istanbul 2009, pp. 371-391            
 
 
 
P. Maisto, M. Vitti, "Indagini archeologiche lungo il tratto settentrionale della via Biberatica: nuove acquisizioni sul sistema fognario e sulle pavimentazioni romane e nuovi dati sul convento di S. Caterina da Siena", in AA.VV., I Mercati di Traiano alla luce dei recenti restauri e delle indagini archeologiche, Giornata di studio presso l’Istituto Archeologico Germanico di Roma (Roma, 15 marzo 2003), in BCom, CIV, 2003 (2005), pp.269-284 
 
P. Maisto, M. Vitti, "Tempio di Venere Genitrice: nuovi dati sulle fasi costruttive e decorative", in BCom, CX, 2009, pp. 31-80 
 
E. Monaco, “Dentes e Structurae diagoniae: note sul sistema costruttivo”, in M.A. Tomei, M.G. Filetici, Domus Tiberiana: Scavi e restauri, 1990-2011, Milano 2011, pp. 148-150 
 
R. Rea, H.J. Beste, L.C. Lancaster, “Il cantiere del Colosseo”, in MR 109, 2002, pp. 341-374 
 
L. Ungaro, M. Vitti, "Sulle pavimentazioni dei Mercati di Traiano", in Atti dell'VIII Colloquio AISCOM (Firenze, 21-23 febbraio 2001) (a cura di F. Guidobaldi, A. Paribeni), Ravenna, 2001, pp. 393-414 
 
L. Ungaro, M. Vitti, E. Speranza, "The great hall of the Trajan Markets throughout the centuries", in D’Ayala & Fodde (a cura di), Structural Analysis of Historic Construction, London 2008, pp. 1509-17 
 
 
P. Verduchi, "Esempi di consolidamento in età romana", in Materiali e Strutture, 2-3, 1997, pp. 96-108 
 
M. Vitti, "Mercati di Traiano: indagini archeologiche nelle due aule ai margini del Grande Emiciclo", in AA.VV., I Mercati di Traiano alla luce dei recenti restauri e delle indagini archeologiche, Giornata di studio presso l’Istituto Archeologico Germanico di Roma (Roma, 15 marzo 2003), in BCom, CIV, 2003 (2005), pp.307-32 
M. Vitti, "Domus Tiberiana: un muro neroniano asportato", in Il Palatino. Area sacra sud-ovest e Domus Tiberiana (a cura di C. Giavarini), Roma 1998, p.p. 301-308 
 
M. Vitti, "Le coperture degli ambienti del Corpo Centrale alla luce delle evidenze archeologiche", in L. Ungaro, M.P. Del Moro, M. Vitti (a cura di), I Mercati di Traiano restituiti. Studi e restauri 2005-2007, Roma 2010,  pp. 77-84                                                                                                 
 
P. Vitti, “Argo, la copertura ad intercapedine della grande aula: osservazioni sul sistema costruttivo della volta”, in ASAtene, 86, III, 8, 2008, (2010), pp. 215-251                                                     
 
 
 
 
Abstract e link agli articoli (in ordine alfabetico per autore) 
 
a        b        c        f        g        l        r       m        u       v      
 
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C.M. Amici, "L'uso del ferro nelle strutture romane", in Materiali e Strutture, 2-3, 1997, pp. 85-95.  
 
Abstract 
 
La tendenza alla sperimentazione progettuale tipica dell'architettura romana viene esemplificata dall'utilizzazione di sistemi resistenti basati sul ricorso a tiranti metallici, spesso in connessione con un opus caementicium a composizione opportunamente calibrata. L'analisi dei singoli casi, documentabili in un ambito cronologico che va dal I sec. a.C. al III sec. d.C., sempre pertinenti ad architetture complesse ed a circuito chiuso, suggerisce l'intenzione di operare sulla resistenza globale dell'intero edificio piuttosto che di fornire soluzioni puntuali per un singolo problema spazialmente localizzato. 
 
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C.M. Amici, "Dal progetto al monumento", in  C. Giavarini (a cura di), La Basilica di Massenzio. Il monumento, i materiali, le strutture, la stabilità, Roma 2005, pp. 21-74. 
 
Abstract 
 
Il testo di Carla Maria Amici costituisce il secondo capitolo del volume sulla Basilica di Massenzio a cura di Carlo Giavarini, edito nel 2005, che presenta i risultati di un vasto programma di studi e ricerche finalizzati al restauro dell' edificio. L’autrice affronta qui i seguenti temi: assetto topografico preesistente; iter progettuale; iter costruttivo delle fondazioni, della viabilità perimetrale, degli alzati e delle coperture; agibilità e percorsi interni; adeguamenti, modifiche e consolidamenti; trasformazioni successive. 
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C.M. Amici, Le tecniche di cantiere e il procedimento costruttivo, in  C. Giavarini (a cura di), La Basilica di Massenzio. Il monumento, i materiali, le strutture, la stabilità, Roma 2005, pp.125-160. 
 
Abstract 
 
Nel quinto capitolo del volume sulla Basilica Di Massenzio, Carla Maria Amici affronta i seguenti temi: tessitura delle murature d’alzato; tessitura dei sistemi voltati; strategie di cantiere; modifiche in corso d’opera e iter costruttivo. 
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C.M. Amici, "The Basilica of Maxentius in Rome: Innovative Solutions in the Organization of Construction Process", in the Proceedings of the Second International Congress on Costruction History, Cambridge 2006, pp.167 ss.. 
 
Abstract 
 
The availability of extensive scaffolding in recent restoration work at the Basilica of Maxentius has allowed for a detailed documentation of the wall surfaces and has revealed some very unique building techniques that shed light on the organization of the construction process.  
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C.M. Amici, "Survey and Technical Analysis: a Must for Understanding Monuments", in BAR S1877, 2008, ARCHAIA: Case Studies on Research, Planning,Characterisation, Conservation and Management of Archaeological Sites, edited by Nicolò Marchetti and Ingolf Thuesen, pp.141 ss. 
 
Abstract 
 
Dealing with ancient monuments allows to gather a remarkable amount ofsignificant and relevant information not just about the constructionitself, but mainly about the historical and cultural context. This is trueonly if the task is entrusted to professional people with a specifictraining in the analysis and the understanding of ancient buildings, anda sound knowledge of ancient building techniques. The results of aresearch performed according to this standard has a value added inproviding valuable data for planning the restoration of monuments;virtual reconstructions and step-by-step illustrations of the buildingprocess can give a noteworthy contribution to the public presentation ofarchaeological sites. 
 
 
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C.M. Amici, "Selinunte, Tempio C: analisi tecnica per la ricostruzione", in Palladio 44, 2009, pp. 1-30 
 
Abstract 
 
    Nella convinzione che sia metodologicamente corretto  accertare prima l’esatta consistenza statica e costruttiva di un edificio, privilegiandone l’analisi dell’aspetto strutturale, e solo successivamente affrontarne i problemi connessi con la decorazione architettonica e scultorea e con l’inserimento in un adeguato ambito tipologico, è stata elaborata una  ricostruzione tridimensionale del tempio C basata su un rilievo planimetrico di dettaglio e sul rilievo volumetrico di tutti gli elementi architettonici superstiti sicuramente pertinenti;  che non fosse quindi l’ennesima ‘bella immagine’,  di nessuna consistenza scientifica, ma costituisse invece un efficace strumento di lavoro.  Il modello 3D così ottenuto ha consentito da un lato di identificare con buon margine di sicurezza l’esatta collocazione di un discreto numero di elementi architettonici, e dall’altro di risolvere annosi problemi, con particolare riferimento ai terminali e all’aspetto del frontone, del timpano e  del tetto. 
 
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A. Amoroso, M. Bianchini, F. Fraioli, F. Di Gennaro, M. Merlo,“Strutture semipogee nell'ager Fidenatis”, in Suburbium,2. Il suburbio di Roma dalla fine dell'età monarchica alla nascita del sistema delle ville (V - II secolo a.c.), Roma 2009, pp. 347-367 
 
Abstract 
 
 Il presente lavoro è parte di un contributo  che è stato presentato da più autori  nel corso del seminario “Suburbium II” tenutosi il 16 novembre 2004 presso l’Ecole Française de Rome. In questo intervento sono state illustrate otto cavità artificiali, distribuite su una superficie di 4200 mq., le quali sono state portate in luce in occasione della campagna di scavo della Tenuta Radicicoli condotta dalla Soprintendenza Archeologica di Roma, sotto la direzione di Francesco di Gennaro. La maggior parte di queste cavità presentano lungo il perimetro resti di fondazioni in blocchi di tufo . All'interno sono stati scavati gli strati di crollo degli elevati. Il materiale rinvenuto attesta che questo piccolo agglomerato rurale, con destinazioni d'uso forse diversificate (abitazioni, magazzini, vasche), è stato obliterato nel corso del V secolo.  
    Fabiola Fraioli si è occupata in particolare dell'inquadramento topografico e della descrizione delle otto cavità artificiali; Marco Bianchini descrive lo scavo dell'edificio in migliore stato di conservazione (sito 69), di cui si propone un'ipotesi ricostruttiva; a Manuela Merlo si deve lo studio dei materiali; Angelo Amoroso si è dedicato ai confronti e al  tema della destinazione d'uso delle varie strutture; Francesco di Gennaro ha inquadrato le vicende del piccolo insediamento nell'ambito degli eventi bellici e delle dinamiche connesse alla proprietà della terra in età arcaica ed alto-repubblicana). 
 
 
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G. R. Bellini, "Minturnae, porto del Mediterraneo", in Romula 6, 2007, pp. 7-28. 
 
Abstract                                                          
   L'articolo offre una esauriente panoramica sull'antica città di Minturnae con una particolare attenzione alle trasformazioni urbanistiche, la vita economica, le attività portuali e commerciali, il santuario emporico alla foce del Liris. Nelle note si trovano numerose citazioni delle fonti epigrafiche inerenti la storia della città.  
 
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G. R. Bellini, “Il teatro romano di Minturnae”, in Il teatro romano di Minturnae. Le stagioni di spettacoli dal 1960 al 2004, Marina di Minturno, 2005, pp. 102-105 
Abstract                                                          
   L'autrice ripercorre la storia del teatro romano di Minturnae, dando conto delle  trasformazioni architettoniche avvenute tra il I sec. a.C e la tarda età imperiale, sulla base dei resti visibili, delle fonti epigrafiche, dei reperti scultorei provenienti dagli scavi. L'articolo è seguito da una scheda comprendente una descrizione delle strutture architettoniche e un resoconto degli interventi di restauro effettuati nel corso del novecento.  
 
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G.R. Bellini, F. Sposito,  “Minturnae (Minturno, LT). Studio dei rivestimenti pavimentali in un contesto urbano”, in C. Angelelli, C. Salvetti (a cura di), Atti del XV Colloquio dell'Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del. Mosaico (Aquileia, 4-7 febbraio 2009), Tivoli 2010 
Abstract                                                          
   Le soluzioni pavimentali restituite dagli edifici di Minturnae sono distribuite in un arco di tempo che si estende dalla media e tarda età repubblicana al III/IV secolo d.C. Cementizi, tessellati con inserti marmorei e /o disegni geometrici, composizioni figurate e pavimenti marmorei hanno scandito la lunga continuità di vita di questa colonia dall'età medio-tardo repubblicana a quella augustea fino alla grande rinascita di età adrianeo-antonina e all'ultima fase di ristrutturazione che non sembra aver disdegnato l'uso di decorazioni e rivestimenti marmorei.  
I pavimenti e i confronti proposti, indispensabili per l'analisi stilistica e tipologica, soprattutto in mancanza di relazioni di scavo, si sono rivelati utili indicatori cronologici nella definizione di questa proposta di articolazione temporale.  
 
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M. Bianchini, "I 'Mercati di Traiano'", in BA 8, 1991, pp. 102-121.  
 
Abstract                                                          
   Nella prima parte dell’articolo si analizzano gli aspetti strutturali e funzionali dell’edificio della Grande Aula dei Mercati Traianei il cui schema architettonico viene equiparato a quello delle basiliche civili, rispetto alle quali presenta delle consistenti varianti dovute all’impiego sistematico dell’opera cementizia  e a alla funzione di contenimento del terreno svolta dai muri divisori degli ambienti ai piani inferiori. La volta della Grande Aula, manomessa con le ristrutturazione del XVI secolo, era originariamente scandita da costoloni a mattoni in aggetto, impostati su mensole, i quali sono testimoniati in alcune raffigurazioni del Rinascimento. 
   Nella seconda parte la lettura dei valori stilistici e spaziali della facciata del Grande Emiciclo porta a ritenere che tale monumento architettonico fosse stato concepito, nel progetto di sistemazione originale dell’area, come quinta scenografica della vasta spianata risultante dall’ abbattimento della sella montuosa. Il progetto definitivo del Foro Traiano comporterà un radicale mutamento di rotta: il Grande Emiciclo dei “Mercati” verrà nascosto dall’abside del Foro; l’analisi dei resti della muratura dell’ultimo ordine ci fa inoltre comprendere che la facciata è rimasta incompiuta. 
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M. Bianchini, "Mercati Traianei. La destinazione d’uso", in BA 16-18, 1992, pp. 145-163 
 
Abstract 
Nell’articolo si analizzano gli aspetti funzionali dei vari tipi di ambienti dei Mercati di Traiano e l’organizzazione dei percorsi interni per contestare la consolidata opinione secondo cui tali edifici dovevano ospitare un macellum o dei magazzini. Le lunghe file di ambienti indipendenti dei livelli inferiori, allineati lungo strade e corridoi, sono il risultato della maglia dei muri di contenimento della collina ma non necessariamente si debbono confrontare con le cellae degli horrea o le botteghe dei mercati. Il complesso architettonico comprende inoltre alcune importanti aule pubbliche; i piani alti degli edifici sono occupati da ampi e luminosi appartamenti. Le strade interne non erano carrabili e i pronunciati dislivelli, con collegamenti risolti solo da scale, avrebbero reso oltremodo difficoltoso il trasporto delle mercanzie.   
Le caratteristiche funzionali degli edifici e le varie tipologie degli ambienti fanno ritenere piuttosto che il quartiere traianeo sul Quirinale fosse destinato a ospitare un grande complesso amministrativo, collegato direttamente con il Foro Traiano tramite due portali simmetrici dei quali i rilievi hanno evidenziato le tracce. L’articolo si conclude con una disamina delle complesse mansioni svolte dalla burocrazia di epoca imperiale e si avanza l’ipotesi che .l’insieme di edifici potesse essere sede di alcune prefecturae.  
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 M. Bianchini, "Indagini nel tratto sud-est della via Biberatica. Modalità e cronologia  della costruzione del settore meridionale dei Mercati di Traiano", in AA.VV., I Mercati di Traiano alla luce dei recenti restauri e delle indagini archeologiche, Giornata di studio presso l’Istituto Archeologico Germanico di Roma (Roma, 15 marzo 2003), in BCom, CIV, 2003 (2005), pp. 235-268. 
 
Abstract 
L’articolo descrive lo scavo di tre ambienti situati lungo il braccio sud-est della via Biberatica, presso l’odierna salita del Grillo; affronta poi il problema della cronologia delle prime fasi dei lavori dei Mercati Traianei  e quello delle modalità tecniche in cui furono realizzate le grandi strutture di sostruzione del settore meridionale del quartiere. 
I lavori di scavo hanno permesso di ricostruire la planimetria di una serie di ambienti posti lungo la strada; hanno messo in luce un piccolo impianto di cantiere connesso alla costruzione di questa parte dei Mercati Traianei e i resti di una scala che collegava la via Biberatica con l’estremità meridionale del percorso viario situato alla quota più alta, oggi denominato via della Torre. L’esame delle fondazioni e dell’elevato dell’arcone cavalcavia della Biberatica hanno inoltre fatto comprendere che tale struttura, inizialmente non prevista, venne realizzata allo scopo di contraffortare il muro di sostruzione a monte, dove le indagini hanno evidenziato gravi dissesti verificatisi in corso d’opera.  
Viene ridiscusso il problema della datazione dei Mercati Traianei. Il dato nuovo più interessante è che la ceramica proveniente dall’impianto di cantiere messo in luce dallo scavo rivela un contesto omogeneo di età flavia; neanche un frammento è riconducibile con sicurezza agli anni di Traiano. Si è cercato quindi di ricostruire la cronologia relativa di tutti i muri del settore meridionale dei Mercati. Se ne deduce che i marchi di fabbrica noti dei Mercati Traianei, databili all’età di Traiano,  si trovano solo su muri realizzati successivamente all’impianto di cantiere, mentre le strutture che sono sicuramente di fase precedente, ad esempio gli ambienti al primo livello lungo l’attuale via di Campo Carleo, non hanno restituito bolli. Appare ragionevole, anche sulla base di altri elementi, collocare la fase iniziale della costruzione dei Mercati nell’età di  Domiziano.  
Con l’ausilio di alcuni grafici si illustrano le varie fasi del cantiere e i metodi utilizzati per gli sbancamenti e la realizzazione delle sostruzioni. L’accentuata verticalità dei tagli operati nel settore meridionale dei Mercati Traianei e la maggiore robustezza dei muri di contenimento fanno comprendere che da questa parte doveva passare il crinale della sella montuosa che collegava in origine il Quirinale con il Campidoglio. Il suo profilo altimetrico è parzialmente ricostruibile in base alle quote degli spiccati dei muri. 
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M. Bianchini, "La volta della Grande Aula", in L. Ungaro, M.P. Del Moro, M. Vitti (a cura di), in  I Mercati di Traiano restituiti. Studi e restauri 2005-2007, Roma 2010, pp. 45-58  
 
Abstract 
 
Si analizzano gli aspetti morfologici e strutturali della volta della Grande Aula dei Mercati di Traiano alla luce delle recenti ricerche. Si propone una ricostruzione degli originari costoloni in mattoni sesquipedali, impostati su mensoloni di travertino, i quali aggettavano dall'intradosso suddividendo le crociere -  e che vennero asportati nel corso del XVI secolo -  spiegandone la logica funzionale. 
 
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M. Bianchini, "La ricostruzione del Corpo Centrale", in L. Ungaro, M.P. Del Moro, M. Vitti (a cura di), in  I Mercati di Traiano restituiti. Studi e restauri 2005-2007, Roma 2010 pp. 59-76    
 
Abstract 
 
Nell'articolo si propone una ipotesi ricostruttiva delle parti scomparse dell'edificio del Corpo Centrale dei Mercati Traianei sulla base dell'analisi dei  resti ancora visibili e del confronto con gli altri corpi di fabbrica del complesso architettonico. Le ipotesi dell'autore sono state formulate graficamente nel modello tridimensionale della parte superiore dei Mercati Traianei, di cui vengono mostrate molte immagini a colori. Vengono esaminati in particolare gli aspetti morfologici e strutturali delle volte che coprivano i numerosi ambienti dell'edificio, disposti su tre livelli e caratterizzati da geometrie complesse. 
 
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M. Bianchini, "Le sostruzioni del tempio di Apollo Sosiano e del portico adiacente",  in MEFRA Antiquité, 122-2, 2010, pp. 525-548. 
 
Abstract 
 
   Si analizzano le opere murarie di fondazione e di sostruzione del tempio di Apollo Sosiano e del portico retrostante e i loro rapporti  con le fondazioni del tempio di Bellona e del Portico di Ottavia. Le strutture esaminate presentano una complessa stratigrafia riconducibile alle varie fasi di un grande cantiere che, negli  ultimi decenni del I secolo a.C. , portò alla completa ricostruzione di tutta l’area a nord del nuovo teatro di Marcello.  Si individuano inoltre elementi utili per la ricostruzione degli alzati. 
 
  Il presente lavoro è parte di un progetto di pubblicazione collettivo, comprendente i contributi di vari autori che circa dieci anni fa  hanno effettuato studi e ricerche nell'area dei templi di Apollo e Bellona, e che sarà finalmente pubblicato sul prossimo numero del Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma. Ho ritenuto in ogni modo doveroso anticipare i risultati della mia ricerca la quale pone alcuni importanti punti fermi nella cronologia del cantiere antico che debbono essere necessariamente tenuti presenti da chiunque intenda affrontare lo studio di questo importante insieme architettonico.  
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M. Bianchini, “Rilievi e analisi di alcuni edifici di Minturnae. I risultati delle tesi di laurea degli studenti della Seconda Università degli Studi di Napoli”, in G. Ghini, Z. Mari (a cura di), Atti del convegno Ottavo Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina”, (Roma 30-31 marzo, 1 aprile 2011), Roma 2012, pp. 465-475 
 
Abstract 
 
Si presentano in questa sede i risultati di alcune tesi di laurea in Rilievo e analisi dei monumenti antichi, svolte nell’area archeologica di Minturnae dagli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia della Seconda Università degli Studi di Napoli. Le ricerche si sono concentrate nel settore urbano a sud della via Appia, quartiere che in epoca repubblicana ha avuto una destinazione prevalentemente residenziale e a partire dall’età augustea è stato radicalmente ristrutturato e occupato da numerosi edifici pubblici. I corpi di fabbrica presi in esame sono la c.d. basilica, le terme e un edificio annesso al Macellum che è stato identificato con un ponderarium.  
 
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Abstract 
 
   In questa sede ho presentato la parte  a mia firma, anticipando la pubblicazione dell'articolo integrale che è avvenuta finalmente nel 2009. Vi si descrive lo scavo dell'edificio in migliore stato di conservazione (sito 69), di cui si propone un'ipotesi ricostruttiva. Le pagine sono in formato html. Rispetto all'articolo principale, che ho inserito sopra, vi è una maggiore quantità di immagini a colori relative ai rilievi, alle elaborazioni 3d degli strati di crollo, alla ricostruzione dell'edificio, le quali sono liberamente scaricabili.  
 
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M. Bianchini, M. Vitti, "La fronte della Grande Aula e il suo sistema scalare", in AA.VV., I Mercati di Traiano alla luce dei recenti restauri e delle indagini archeologiche, Giornata di studio presso l’Istituto Archeologico Germanico di Roma, (Roma, 15 maggio 2003), in BCom, CIV, 2003 (2005), pp. 285-306. 
 
Abstract 
 
Nella prima parte dell’articolo vengono prese in esame le strutture situate all’esterno della Grande Aula, presso il lato settentrionale dell’edificio, parte delle quali furono messe in luce e rilevate  in occasione di scavi recenti. Accanto alla facciata si svolgeva una scalinata di cui si conservano numerosi avanzi. Al di là di questa sono state individuate delle strutture di fondazione da identificare probabilmente con dei muri di terrazzamento e che sembrano escludere l’esistenza di una strada basolata a fianco della scala.  
La ricostruzione del portale di accesso alla Grande Aula tiene conto delle impronte che i blocchi in opera quadrata hanno lasciato sui settori laterali del muro che si sono conservati e del confronto con il portale sul lato est dell'edificio Si conservano inoltre resti della scaletta di accesso la cui conformazione fa ritenere che su di essa erano impostate due semicolonne che inquadravano l'apertura. Nella seconda parte dell’articolo si propone una ricostruzione del corpo-scala NO della Grande Aula, crollato insieme alla facciata, sulla base delle impronte visibili. 
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M. Bianchini, M. Vitti, "La basilica di San Michele Arcangelo al VII miglio della via Salaria alla luce delle scoperte archeologiche", in RAC, LXXIX, 2003, pp. 173-242 
 
Abstract 
Uno scavo condotto sulla collina di Castel Giubileo, presso la via  Salaria, alla periferia di Roma, ha messo in luce i resti di una villa romana, con una fase principale in opera incerta, sulla quale si è impiantata, tra la fine del IV e gli inizi del V secolo, una basilica paleocristiana identificabile con quella di San Michele Arcangelo, citata dal Liber Pontificalis che la colloca al VII miglio della via Salaria.  L’alzato è andato interamente distrutto ma è parzialmente ricostruibile in base ai resti delle fondazioni. L’articolo si conclude con un approfondimento di Massimo Vitti sul culto di San Michele Arcangelo e con una serie di confronti con altri edifici di culto paleocristiani. 
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M. Bianchini, R. Cassano, "Le terme Ferrara", in R. Cassano (a cura di), Principi, Imperatori, Vescovi. Duemila anni di storia a Canosa, Venezia 1992, pp.730-35.   
 
Abstract 
L’articolo descrive un impianto termale di Canosa di Puglia, databile all’età di Antonino Pio, di  cui vengono presentati rilievi e ricostruzioni eseguiti nel 1989 da uno degli autori. Il settore centrale dell’edificio comprende, in sequenza assiale, frigidarium, tepidarium e calidarium. Ai lati si hanno resti di un ambiente riscaldato senza vasche e di una grande esedra che delimitava probabilmente uno dei lati corti della palestra. Vengono inoltre illustrati un sedile di marmo e un mosaico con scena marina provenienti dall’edificio. 
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M. Bianchini, F. Tiné Bertocchi,  "Le terme Lomuscio", in R. Cassano (a cura di), Principi, Imperatori, Vescovi. Duemila anni di storia a Canosa, Venezia 1992,  pp.736-740 
 
Abstract 
Viene decritto un piccolo impianto termale di Canosa di Puglia, in opera mista di tufelli e laterizi con varie fasi, il cui elemento più interessante è costituito dalla phorica circolare molto ben conservata, sulla quale era impiantato il serbatoio delle terme, alimentato da un acquedotto su piloni. Il testo è composto da due parti nettamente separate: una relazione di Fernanda Tiné Bertocchi sullo scavo da lei condotto nel 1957; un articolo di Marco Bianchini corredato da rilievi e ricostruzioni grafiche da lui eseguiti nel 1989. Nel file pdf è stata inserita un’immagine ingrandita  dello spaccato assonometrico dell’edificio, già pubblicato nell’articolo. 
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G. Croci, A. Viskovc, A. Bozzetti, L. Ungaro, M. Vitti, "The Trajan Markets and their Great Hall – The conservation problems and the structural intervention for the improvement of the seismic safety", in D’Ayala & Fodde (a cura di), Structural Analysis of Historic Construction, London 2008, pp. 1445-53. 
 
Abstract 
 
This paper focuses both on the analyses carried out and on the interventions designed and built for the structural behaviour improvement of the main building among those that compose the Traiano Markets in Rome. The Traiano Markets were subjected to all the last four big earthquakes of Rome, with the last one accursed in 1703 and with a return period of around three-four centuries, but the present geometrical and structural configuration of the Markets is different and weaker respect the original one and also weaker respect their configuration in the 1703. Numerical analyses by Finite Element Method (FEM) have been applied, emphasising the seismic vulnerability of the structure. In particular, the performed numerical analyses allowed the identification of the most vulnerable parts of the supporting structures as well as the assessment of an adequate retrofitting intervention criterion, based on the use of reversible techniques. 
 
 
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C.F. Giuliani, "'Mercati' e Foro di Traiano: un fatto di attribuzione", in QuadArchitettura, 1-10, 1983-87, pp. 25-28. 
 
Abstract 
 
Viene messo in discussione il diffuso convincimento secondo cui i Mercati di Traiano sarebbero stati progettati da Apollodoro di Damasco insieme al Foro come parte di un organico e unitario complesso urbano. I valori spaziali del Foro Traiano, che evidenziano un succedersi di pause giustapposte e un isolamento dal contesto viario limitrofo, appaiono tutt’altra cosa rispetto al continuum dinamico dei Mercati. In particolare l’architettura del Grande Emiciclo stabilisce inviti precisi con l’area antistante, ne sottintende una spazialità che viene poi recisamente smentita dal muro perimetrale del Foro.  
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C.F. Giuliani, "Alcune osservazioni in margine all''anfiteatro campano", in Beni culturali in Terra di Lavoro. Prospettive di ricerca e metodi di valorizzazione, Atti del Convegno (Santa Maria Capua Vetere 9-10 dicembre 1998), Santa Maria Capua Vetere 1998, pp. 33-40 
 
Abstract 
 
Nell'articolo si analizzano alcuni aspetti dell'anfiteatro campano: le fondazioni, le tracce di catene metalliche nelle volte degli ambulacri esterni, lo stato di degrado dei blocchi di pietra calcarea che potrebbe essere stato causato da un grande incendio appiccato nel medioevo allo scopo di provocare il crollo di tutto l'edificio. Il disegno di un arco a conci pentagoni inciso nella pavimentazione dell'area esterna, secondo l'A., non appartiene alla fase di cantiere del monumento, ma sarebbe piuttosto un progetto di riutilizzo dei materiali antichi riferibile alla bottega di un marmoraro che si era insediata nell'edificio in rovina. 
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C.F. Giuliani, "L'opus caementicium nell'edilizia romana", in Materiali e Strutture, 2-3, 1997, pp. 49-62. 
 
Abstract 
 
L'alta qualità del conglomerato e la sua differenziazione all'interno dell'ossatura murale vengono proposte come la risposta dei costruttori agli esiti delle sollecitazioni ossaturali e non come elementi di una lettura stilistica finalizzata alla definizione di seriazioni cronologiche. Nell'ambito della problematica generale alcuni punti fissi come la impossibilità di fare affidamento alla resistenza a trazione da parte delle murature ordinarie risultano per l'antica arte del costruire piuttosto come topoi letterari. 
 
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C.F. Giuliani, "Provvedimenti antisismici mell'antichità", in JAT, 21, 2011, pp. 25-52 
 
Abstract 
 
Nelle costruzioni antiche vi sono accorgimenti, anche di grande impegno, che sembrano riferirsi a sollecitazioni con direzione differente dalla verticale. Se in antico furono fatti tentativi per contrastare il terremoto, essi certamente furono differenti per tipo e collocazione e andranno ricercati in varie zone dell'edificio: sul piano fondale, in singoli elementi strutturali, nei legami tra differenti membrature ossaturali, nei componenti la struttura muraria, nella qualità generale della confezione delle murature, ecc. Comunque non si presenteranno certo come teorie astratte di carattere scientifico, ma piuttosto, di volta in volta, come contrasto pratico ai possibili effetti del sisma.  
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M.G. Giuliano, "La valorizzazione dei beni culturali attraverso le nuove applicazioni informatiche. Un esempio di ricostruzione virtuale", in Per la conoscenza dei beni culturali. IV. Ricerche del dottorato in metodologie conoscitive per la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali. Seconda Università degli Studi di Napoli. Dipartimento di Studio delle componenti culturali del territorio, Santa Maria Capua Vetere 2012, pp. 151-160 
 
Abstract 
 
L'autrice presenta la sua ricostruzione tridimensionale dell'ultimo piano del Grande Emiciclo dei Mercati di Traiano effettuata sulla base dei rilievi e di un'attenta lettura dei resti conservati.Il percorso di ricerca è stato condotto nell'ambito di una tesi di laurea specialistica in Diffusione del dato archeologico multimediale concludendosi con una tesi di dottorato.  
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L. C. Lancaster, "Building Trajan's Markets", in AJA, vol.102, No. 2 (Apr. 1998), pp. 283-308 
 
Abstract 
 
   This paper examines the use of two building techniques at Trajan's Markets: "bonding" courses of bipedales and brick lining used as formwork for vaulting. The distribution of these two techniques provides evidence for the distribution of the workforce and the organization of the building site. The pattern of the bonding courses suggests that they were used as organizational of the building site. The pattern of the bonding courses suggests that they were used as organizational tools by setting certain key heights and in at least one case by providing a "benchmark" level to which all walls were brought before proceeding.The pattern and detailing of the brick formwork used for the vaulting in some parts of the Markets suggests that the vaults (and possibly the walls) of at least two groups of rooms may have been contracted out to a particular crew of builders. Evidence  from the changes in the pattern of the bonding courses, however, suggests that the way in which work was assigned may have varied from one part of the monument to another. 
 
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L.C.  Lancaster, "Building Trajan's Column", in AJA, Vol. 103, No. 3 (Jul. 1999), pp. 419-439 
 
Abstract 
 
   Trajan's Column is best known for its sculptured spiral frieze celebrating Trajan's victories in the Dacian Wars, but it is also a complex architectural monument representing an impressive feat of engineering. The Column is made up of 29 blocks of Luna marble weighing from 25 to 77 tons, the highest of which had to be raised to 38.4 m above ground.  In this paper I discuss the evidence both for the construction of the Column and for the organization of the building site. Excavations earlier in this century revealed an unusual use of brick ribbing in the vaulted substructures of the north portico, which I propose was intended as reinforcement for the vaults over which the individual blocks of the Column were maneuvered before being lifted into place. This implies that the work site for the blocks lay to the north of the Column courtyard (where the later Temple of Divine Trajan is traditionally located), which is the area most easily accessible from any unloading point along the Tiber. Finally, I propose a hypothetical reconstruction of a lifting device from the blocks making up of the Column based on comparative evidence from other sites, on ancient literary descriptions of building methods, and on calculations of the bearing capacities of timber, ropes, and capstans. 
 
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L.C.  Lancaster, "Building Trajan's Markets 2: The Construction Process", in AJA, Vol.104, No. 4 (Oct.2000), pp. 755-785 
 
Abstract 
 
    The well-preserved state of many parts of Trajan's Markets provides the opportunity for a detailed study of the building techniques used there, which in turn sheds light on the construction process. Topics included in this paper are the planning of the drainage, design of multistory buildings with noncongruent plans, and organization and protection of the building site. They are discussed in relation to specific archaeological evidence from various parts of the Markets, such as the use of relieving arches, brick vaulting ribs, metal dowels and clamps, and travertine corbels and lintel arches. The results show that some structural and constructional elements within the building appear to have been intended to aid the construction process rather than to provide any long term functional or structural benefit. In the summary of each section, the archaeological findings presented in that section are examined in relation to broader questions dealing with the building industry, such as the use scale drawings, the relationship between the architect and the builder, and the legal responsability for the protection of the site during construction. Finally, two case studies involving a wider range of complexities are presented: the Aula at Trajan's Markets and the Trajanic latrine at the Forum of Caesar. 
 
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L.C. Lancaster, “Early examples of so-called pitched brick barrel vaulting in Roman Greece and Asia Minor. A question of origin and intention”, in Bautechnik im antiken und vorantiken Kleinasien. Internationale Konferenz (Istanbul, 13 - 16 Juni 2007), Istanbul 2009, pp. 371-391 
 
Abstract 
 
I examine the early examples of the so—called pitched brick vaulting technique in barrel vaults in Greece and Asia Minor. I make the distinction between bricks set vertically and those that are truly pitched because the distinction can shed light on both the use and origin of the technique in the Roman world. Particular attention is given to the earliest and largest example known, Bath A a Argos, Greece, and then examples from 2nd-3rd century Asia Minor are presented. I argue that large spanned examples were intended not to reduce the amount of wood used for centering as commonly assumed but rather as a means of reinforcing the crown of the vaults by making them less susceptible to cracking. I suggest that the inspiration for the Roman use of the technique comes directly from Mesopotamia, as opposed to Egypt, through contact via military interventions against the Parthians and Sassanids in the 1st  — 3rd  centuries AD. 
 
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L.C. Lancaster, G. Sottili, F. Marra, G. Ventura, Provenancing of Lightweight Volcanic Stones used in Ancient Roman Concrete Vaulting: Evidence from Rome, in Archaeometry, 53, 4, 2011, pp. 707-727 
 
Abstract 
 
This paper presents the geochemical analysis of lightweight scoria and pumice used in concrete vaults from ancient Rome. The geochemical signatures of dark scoria indicates a provenance of the 36—18 ka lavas of Vesuvius, as opposed to the more recent events on which Pompeii was built, as previously thought. The light-coloured pumices analysed, which were originally thought to belong to the Sabatini volcanic system (north of Rome), corresponded instead to products from Campi Flegrei. These results provoke re-evaluation of the trade and acquisition of these specialized materials destined for imperial projects in the capital city. 
 
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P. Maisto, B. Pinna Caboni, I portici del Foro di Cesare. Nuovi dati e osservazioni per le fasi costruttive del II e IV secolo d.C., in Scienze dell'Antichità, 16, 2010, pp. 419-454 
 
Abstract 
 
Dall'analisi complessiva dei materiali marmorei rinvenuti nell'area del Foro di Cesare compresa tra il settore nord-occidentale scavato negli anni Trenta e quello sud-occidentale tra il 1998-2000 e il 2006-2008, e in quella limitrofa monumentalizzata da Domiziano indagata tra il 1995-1996, sono emersi alcuni dati utili ad una preliminare ricomposizione architettonica dei portici che delimitavano la piazza del foro di cesare in epoca cesariana e augustea. 
 
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P. Maisto, M. Vitti, "Indagini archeologiche lungo il tratto settentrionale della via Biberatica: nuove acquisizioni sul sistema fognario e sulle pavimentazioni romane e nuovi dati sul convento di S. Caterina da Siena", in AA.VV., I Mercati di Traiano alla luce dei recenti restauri e delle indagini archeologiche, Giornata di studio presso l’Istituto Archeologico Germanico di Roma (Roma, 15 marzo 2003), in BCom, CIV, 2003 (2005), pp.269-284. 
 
Abstract 
 
In questo articolo Patrizia Maisto ci porta i risultati dei saggi di scavo condotti all’interno delle tabernae al piano terreno dell’edificio della Grande Aula dei Mercati Traianei, lungo la via Biberatica. Sono stati individuati alcuni condotti del sottostante sistema fognario insieme ad alcuni  avanzi della preparazione pavimentale di epoca traianea. Queste strutture furono coperte in epoca moderna dai pavimenti del monastero di Santa Caterina su cui restano tracce del riuso degli ambienti come stalle e cantine. Nella seconda parte Massimo Vitti porta i risultati delle ricognizioni effettuate all’interno della fogna che passa sotto la via Biberatica, le quali hanno consentito di individuare tutte le adduzioni oltre a una serie di bolli laterizi che datano la costruzione delle fognature di questa parte dei Mercati ai primissimi anni del regno di Traiano. 
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P. Maisto, M. Vitti, "Tempio di Venere Genitrice: nuovi dati sulle fasi costruttive e decorative", in BCom, CX, 2009, pp. 31-80 
Abstract 
   In questo articolo, dopo il puntuale studio di C. Amici del 1991, si riesamina la decorazione architettonica e le strutture del tempio. Lo studio propone una ricostruzione dell'apparato decorativo dell'intero tempio che sembra debba considerarsi, per la presenza di un doppio ordine interno, un prototipo delle più note architetture imperiali. Questo aspetto è strettamente legato a una approfondita revisione delle strutture che ha permesso la ricostruzione della tessitura pavimentale della cella "a grande modulo" e un'inedita datazione adrianea di fine lavori del settore absidale. 
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E. Monaco, “Dentes e Structurae diagoniae: note sul sistema costruttivo”, in M.A. Tomei, M.G. Filetici, Domus Tiberiana: Scavi e restauri, 1990-2011, Milano 2011, pp. 148-150 
Abstract 
 
Nel corso delle indagini condotte nel 1998 sul Bastione Farnesiano, nella Domus Tiberiana, fu individuata una sostruzione destinata a sostenere e contenere un grande bacino d’acqua, costituita da una fascia basamentale continua in opera reticolata e comprendente dalla parte interna una serie di “denti di sega” che rientrano, come tipi murari, in quelle parti dei sistemi di contenimento che nella letteratura antica assumono il nome di anterides. L’articolo descrive l’opera muraria analizzandone la funzione statica e confrontandola con le prescrizioni di Vitruvio in materia.  
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R. Rea, H.J. Beste, L.C. Lancaster, “Il cantiere del Colosseo”, in RM, 109, 2002, pp. 341-375 
Abstract 
 
     Rossella Rea si occupa in questo articolo della cantieristica e delle opere fondali degli ipogei e della cavea. Beste descrive i muri in opera quadrata degli ipogei e in base alle tracce esistenti propone una ricostruzione del pavimento ligneo dell'arena. La Lancaster tratta infine delle modalità di costruzione della parte superiore dell'anfiteatro.  
 
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L. Ungaro, M. Vitti, "Sulle pavimentazioni dei Mercati di Traiano", in Atti dell'VIII Colloquio AISCOM (Firenze, 21-23 febbraio 2001) (a cura di F. Guidobaldi, A. Paribeni), Ravenna, 2001, pp. 393-414.  
 
Abstract 
 
     Nell’articolo si presenta una schedatura analitica delle pavimentazioni affereti al complesso dei Mercati di Traiano. Per quanto concerne i mosaici geometrici delle tabernae del Grande Emiciclo sono stati datati al III sec. d.C. invece che all’età traianea sulla base del rinvenimento nella taberna 5 di un livello pavimentale musivo al di sotto di quello attualmente visibile e in base ai rapporti stratigrafici che intercorrono con gli affreschi. Si è appurato inoltre che la sovrapposizione di un pavimento  in opus spicatum a uno musivo appartengono ad una sola fase costruttiva d’età traianea. Infine si è appurato che le pavimentazioni musive a grandi tessere marmoree delle tabernae dell’Insula della Salita del Grillo risalgono alla fine del IV d.C. —V d.C. sec. epoca alla quale si data anche la costruzione dei magazzini. 
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L. Ungaro, M. Vitti, E. Speranza, "The great hall of the Trajan Markets throughout the centuries", in D’Ayala & Fodde (a cura di), Structural Analysis of Historic Construction, London 2008, pp. 1509-17. 
 
Abstract 
 
The paper illustrates ongoing research on the great hall of the Trajan Markets in Rome, led by the Office of the Trajan Markets Museum. The research has been conducted during the restoration and seismic upgrading of the monuments. The first part of the work is devoted to a description of structural layout and archaeological evidences, allowing some reconstructive hypothesis in different periods of the life of the monument. Among these, the roman configuration is examined under the point of view of its mechanical behaviour, using the method of funicular polygons. The analysis is carried out in static conditions and simulating the historical earthquakes which the monument (in its original configuration) undergone. The paper discusses the structural safety margin of the Roman vault in relation to the mechanical effectiveness of different structural elements, and finally some conclusions are drawn on the present state of the Vault. 
 
 
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P. Verduchi, Appunti di tecnica edilizia. 
 
Abstract 
 
Gli Appunti di tecnica edilizia di Patrizia Verduchi costituivano le dispense di un corso che era tenuto dall’autrice nei primi anni ottanta del secolo scorso alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma La Sapienza  nell’ambito dell'attività didattica della cattedra di Rilievo e analisi dei monumenti antichi, di cui era titolare Cairoli Fulvio Giuliani. Questo breve testo, che seguiva l’impostazione della Tecnica edilizia di Giuseppe Lugli, è stato studiato da un’intera generazione di archeologi romani. Da allora sono passati quasi trent’anni. Lo studio di questa disciplina affronta oggi ambiti assai più vasti ed eterogenei di quelli indicati dal Lugli. C’è in particolare una maggiore attenzione per le produzioni locali e per le strutture in materiali deperibili (legno, argilla, opus craticium) che erano largamente diffuse nell’edilizia minore, non solo nelle epoche più antiche. Abbiamo imparato inoltre a essere molto più prudenti a datare gli edifici in base alle caratteristiche dei paramenti murari.  
Giuliani ha in seguito proposto una diversa classificazione delle murature — distinguendo ad esempio tra materiali naturali ed artificiali, oppure tra  muri a secco e muri in conglomerato — non più su basi formalistiche, ma adeguata alle peculiarità costruttive delle singole tecniche e agli aspetti strutturali. In ogni modo ritengo che gli Appunti di Patrizia Verduchi possano essere ancora proposti agli studenti universitari come rapida introduzione a questa complessa materia, in quanto ci presentano con molta chiarezza una breve sintesi degli aspetti essenziali di alcune tecniche che hanno avuto comunque grande importanza e diffusione in epoca romana, particolarmente a Roma e nel Lazio.  
Pubblico le fotocopie che ho ritrovato a casa in mezzo agli altri libri, così come sono, con le sottolineature che mettevamo da studenti e persino l’impronta di una tazzina di caffé sulla prima pagina, un ricordo delle ore notturne trascorse a preparare l’esame.  (M.B.) 
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P. Verduchi, "Esempi di consolidamento in età romana", in Materiali e Strutture, 2-3, 1997, pp. 96-108. 
 
Abstract 
 
Vengono esaminati alcuni interventi di consolidamento e/o ristrutturazione svolti in età antica su edifici di varia tipologia (Roma, Ostia, Pompei), secondo modalità concettualmente semplici che sottolineano invece la spregiudicatezza delle maestranze, perfettamente consapevoli della qualità e delle possibili risposte del materiale. Interessante l'indifferenza dei romani per quello che ai nostri occhi sembra dovesse costituire un consistente aggravio di spesa. 
 
 
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M. Vitti, "Mercati di Traiano: indagini archeologiche nelle due aule ai margini del Grande Emiciclo", in AA.VV., I Mercati di Traiano alla luce dei recenti restauri e delle indagini archeologiche, Giornata di studio presso l’Istituto Archeologico Germanico di Roma (Roma, 15 marzo 2003), in BCom, CIV, 2003 (2005), pp.307-328. 
 
Abstract 
 
Si presentano i risultati di alcune indagini effettuate all’interno delle due aule di testata del Grande Emiciclo dei Mercati Traianei. Per quanto concerne la decorazione interna dell’aula Nord i fori sulle pareti, pertinenti alle grappe di fissaggio dell’opus sectile, permettono di ricostruire l’ordito della decorazione parietale. La sala era dotata anche di una ricca pavimentazione marmorea di cui sono rimaste le impronte sullo strato di preparazione. Sono stati inoltre evidenziati alcuni elementi che attestano un utilizzo successivo dello spazio, tra cui alcune fosse tagliate nel pavimento connesse allo svolgimento di attività artigianali e tracce delle fondazioni di strutture in elevato, pertinenti probabilmente ad una chiesa — da identificarsi con S.Abbaciro de Militiis — che nell’alto medioevo si era installata all’interno dell’aula. Anche l’aula Sud ha restituito tracce dell’originale rivestimento marmoreo del pavimento e della fascia inferiore delle pareti.  Il muro di fondo presenta una serie di solchi di pali di sbadacciatura, i quali furono successivamente tamponati con laterizi in modo che la superficie potesse ricevere il rivestimento marmoreo. Sotto la pavimentazione è stato individuato un muro di fondazione con orientamento divergente rispetto agli elevati circostanti, pertinente forse alle prime opere del cantiere domizianeo connesse alla sistemazione dell’area subito dopo il taglio della collina. 
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M. Vitti, "Domus Tiberiana: un muro neroniano asportato", in Il Palatino. Area sacra sud-ovest e Domus Tiberiana (a cura di C. Giavarini), Roma 1998, p.p. 301-308.   
 
Abstract 
 
   Sulla base del rilievo di un muro posto alla base dello spigolo settentrionale della Domus Tiberiana sul quale sono rimaste ben leggibili le impronte di una struttura in blocchi di travertino si ricostruisce la struttura asportata.  Si tratta di un poderoso muro in blocchi provvisto di due ampie aperture rettangolare che venne probabilmente completamente smontato nell’VIII secolo d.C. Il muro appartiene all’epoca neroniana e si impiantò su un edificio tardo repubblicano, in età domizianea  una apertura venne tamponata con un muro in cortina laterizia, anch’esso completamente asportato. Ad un’epoca posteriore all’epoca domizianea appartiene un ambiente riscaldato di cui si conservano le suspensurae. I blocchi asportati apparteneva ad una prospetto che in età neroniana doveva essere costituita da una serie di pilastri in travertino. 
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M. Vitti, Le coperture degli ambienti del Corpo Centrale alla luce delle evidenze archeologiche, in L. Ungaro, M.P. Del Moro, M. Vitti (a cura di), I Mercati di Traiano restituiti. Studi e restauri 2005-2007, Roma 2010,  pp. 77-84      
 
Abstract 
 
     Nei Mercati di Traiano sono straordinaramente conservati i tetti in opera cementizia di vari ambienti, originariamente rivestiti di tegole delle quali è rimasto qualche frammento oppure sono leggibili le impronte sullo strato sottostante di cocciopesto. Lateralmente sono dotati di canali di smaltimento delle acque piovane che si collegano a dei discendenti inseriti nelle pareti. In questo articolo sono descritti in dettaglio i tetti del V livello del Corpo Centrale, i quali sono stati documentati ed esaminati  nel 2005 in occasione dei lavori di adeguamento sismico dellla parte superiore dei Mercati di Traiano; le suddette strutture vengono poi confrontate dall'autore con gli altri tetti già noti  del complesso architettonico e con quelli di altri monumenti di epoca romana.  
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P. Vitti, “Argo, la copertura ad intercapedine della grande aula: osservazioni sul sistema costruttivo della volta”, in ASAtene, 86, III, 8, 2008, (2010), pp. 215-251  
 
Abstract 
 
Nel 1986 R. Ginouves e P. Aupert presentarono al convegno su The Greek Renaissance in the Roman Empire una relazione dal titolo “Une toiture révolutionnaire à Argos” . La copertura in esame era quella della grande aula di un edificio di età imperiale ai piedi della collina di Larissa. Il termine “rivoluzionario” sottolineava l’eccezionalità architettonica e costruttiva dell’opera, che è “la première voûte édifiée dans l’empire sur la cella d’un temple et, surtout, la première voûte entièrement en briques de l’architecture impériale”. Effettivamente la volta di questo edificio è un prototipo che, tuttavia, rimane un caso isolato nel panorama edilizio romano. 
Le note qui presentate sono l’esito di diversi sopralluoghi ad Argo, a partire dal 2004, nel corso dei quali l’osservazione autoptica del monumento ha fornito l’occasione per puntualizzare aspetti relativi alle tecniche costruttive adottate e all’organizzazione del cantiere. La lettura “in sezione”, resa possibile dal crollo di gran parte delle murature, consente, infatti, la restituzione ipotetica dell’edificio evidenziando il ruolo dei diversi elementi costruttivi e la concezione strutturale dell’opera. 
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P. Vitti, "Restauri moderni su archi e volte antichi: recenti annotazioni di cantiere nella Domus  Tiberiana e nel Colosseo", in Palladio, 38, luglio-dicembre 2006, pp. 71-84. 
   
Abstract 
 
Nel presente articolo si descrivono alcuni restauri condotti dalla Soprintendenza Archeologica di Roma tra il 1986 e il 2002. In tale occasione l'autore è stato presente in cantiere per rilievi, disegni esecutivi e documentazione delle fasi di intervento. L'articolo comprende i seguenti paragrafi:  1. Tre sottoarchi per sostenere il "bastione dei cipressi" negli Orti Farnesiani sotto la Domus Tiberiana. 2. I restauri storici della facciata nord-est della Domus Tiberiana: paramenti laterizi e archi di restauro tra il 1860 e il 1901.  3. I recenti restauri della facciata nord-est della Domus Tiberiana:sostituzione di archi e piedritti schiacciati. 4. Sull'impiego delle nervature negli archi e nelle volte romane e sul degrado delle volte in concreto. 5. Come sostenere una volta in concreto fortemente degradata: il restauro di una volta della Domus Tiberiana sottostante ai giardini farnesiani. 6. Sull'impiego delle nervature per consolidare una volta antica in concreto: il restauro di una volta a botte inclinata dell'Anfiteatro Flavio, sulla scala del cuneo LV. 
 
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