Marco Bianchini 
 
ARCHITETTURA  E  URBANISTICA 
DELLE  COLONIE  GRECHE  D'OCCIDENTE
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
1) La colonizzazione greca 
 
Oggi ci occupiamo di architettura e urbanistica della Magna Grecia e — aggiungo — della Sicilia, perché il termine “Magna Grecia” (Megale Hellas) che si usa a partire dall’epoca romana, attestato per la prima volta negli scritti di Polibio, indica specificamente le colonie greche dell’Italia peninsulare, non la Sicilia. Naturalmente le due aree geografiche, per le molte affinità e la storia comune,  vengono sempre trattate insieme.  
Noi parliamo di “colonie greche”. Anche il termine “colonia” è più recente. È una parola latina che viene da colere, che significa coltivare la terra. La usiamo oggi  per definire anche il fenomeno della colonizzazione greca, che però ha caratteri molto diversi dalla colonizzazione romana e da quella moderna. Queste ultime implicano un rapporto di dipendenza politica della colonia rispetto alla madrepatria, che invece non c’è in Grecia. Gli Elleni parlano di apoikia, dal verbo apoikizo che indica separazione, emigrazione, trapianto: un gruppo di cittadini si separa dalla madrepatria (metropolis), compie una spedizione guidata da un personaggio che si chiama oikistes (ecista) e va a fondare una nuova polis in un territorio lontano, ma è una città completamente indipendente dalla madrepatria ed ha quindi propri organi di governo.  
Il fenomeno della colonizzazione greca non investe soltanto la Sicilia e la Magna Grecia, ma anche altre aree geografiche: l’Egeo settentrionale e il Mar Nero, soprattutto per opera di città ioniche dell’Egeo, in particolare è molto attiva Mileto; poi anche la Cirenaica (fig. 1). In Italia meridionale e nella Sicilia il fenomeno ha inizio nella seconda metà dell’VIII secolo a.C. Le prime importanti fondazioni avvengono in una fase che va all’incirca dal 740 al 690-680 a.C.  Daremo qui alcune indicazioni per grandi linee. Distinguiamo tra colonie ioniche e colonie doriche; nei primi tempi sono particolarmente attive le città ioniche dell’Eubea (Calcide ed Eretria) da cui partono delle spedizioni. La primissima spedizione in Italia è diretta verso Ischia, dove viene fondata una colonia - Pithekoussai  - forse a carattere eminentemente commerciale; qualche decennio dopo i coloni di Pithekoussai fondano sulla costa la città di Cuma. Altre colonie euboiche sono Reggio e Messina (Zancle) che controllano lo stretto dove si svolge il traffico degli Euboici verso il Tirreno, Naxos, vicino l’Etna, e poi Catania e Leontinoi. Un’altra colonia ionica, fondata in questo caso da comunità che provengono da Colofone, in Asia Minore, è Siris che sta sulla costa del mare Ionio tra la Calabria e la Lucania. Tra le prime colonie doriche c’è Siracusa, che è una città corinzia fondata intorno al 730; subito a nord c’è Megara Hyblaea costruita dai Megaresi. Poi diverse colonie si impiantano nell’Italia meridionale,  lungo la costa del Mare Ionio: Taranto che è di origine spartana;  Sibari, Crotone e Caulonia che sono colonie achee. Locri Epizèfiri, che prende nome da un promontorio che stava nei paraggi, fu fondata da Locri situata nella Grecia centrale. In Sicilia c’è anche Gela, che è una città fondata da comunità rodie e cretesi.  
C’è una seconda fase (VII secolo e primi decenni del VI secolo) in cui le colonie greche d’Occidente si espandono sul territorio e fondano altre città. Megara Hyblaea fonda Selinunte nella parte occidentale della Sicilia; Sibari promuove la fondazione di Metaponto e Poseidonia; Zancle quella di Himera; Gela quella di Agrigento.  
C’è un ultima fase, che è quella delle fondazioni più tarde (VI e V secolo). I Focesi fuggono dalla invasione persiana e giungono in Corsica dove erigono la città di Alalia; in seguito  vengono cacciati da una coalizione etrusco-cartaginese e nel 540 ca. fondano Elea (Velia) nel Cilento. Poi finalmente diventa attiva anche Atene che era stata la grande assente nella prima fase della colonizzazione e promuove nel V secolo la fondazione di Thurii, che viene costruita sul posto dell’antica Sibari, città che era stata potentissima in epoca arcaica e nel 510 venne distrutta da Crotone. Atene accoglie l’appello dei discendenti dei sibariti che vogliono ricostruire la loro città in quella stessa area e quindi organizza questa impresa che è panellenica. Atene, secondo alcune fonti, ha anche un ruolo nella fondazione di Neapolis.  
I motivi per cui gruppi di cittadini organizzano queste spedizioni sono tutto sommato non dissimili da quelli degli Europei che in età moderna vanno nelle Americhe. Fondamentalmente si fugge da condizioni di povertà. Si va verso territori che hanno grandi pianure molto fertili. La maggior parte dei coloni sono spinti dall'intento di coltivare la terra; sanno che verrà loro assegnato un lotto di terreno (kleros) nella campagna circostante la nuova polis. Insieme a loro ci sono anche commercianti, artigiani (demiurghi) e cittadini di altre condizioni sociali che andranno a svolgere i loro affari fra le mura della città. Si va via anche per altre ragioni.  Ad esempio per motivi politici. I Focesi fuggono dalla invasione persiana. I Samii che nel VI secolo fondano Dicearchia (l’odierna Pozzuoli) fuggono da un tiranno e creano una città democratica: dicearchia significa città dal giusto governo.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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